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Tac encefalo bambino 7 anni

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(@francesca70)
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Topic starter
 

Buongiorno,

Dopo 10 gg di persistente mal di testa, e su indicazione del ps e della pediatra per sospetta ma non certa sinusite, veniamo indirizzati a consultare un neurologo. Scegliamo l'Istituto Besta di Milano. La neuropsichiatra infantile che fa da filtro, trova mio figlio in buone condizioni e propone dapprima una risonanza poi una TC asserendo che difficilmente rimarrebbe immobile per venti minuti. Non mi spiega la differenza facendomi passare la Tc semplicemente come un esame piú veloce. Solo dopo la Tc scopro i rischi. Allego i dati che ho ottenuto dal S.Raffaele dove ci siamo rivolti per l'esame. Non nascondo che erano riluttanti a farla ma senza spiegare il perchè. Semplicemente non si fa. 

Tc Encefalo:

CTDI vol(mGy) Studio: 35.95

DLP tot LDR 700.64

Chiedo, cortesemente, e visto che la preoccupazione e il senso di colpa per avere arrecato un danno aggiuntivo a mio figlio, di chiarirmi a cosa potrà andare incontro in termini di salute a seguito delle molte radiazioni che ha subíto.

Grazie.

Francesca

 
Pubblicato : 19 Maggio 2021 13:17
(@fisicimedici)
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Membro
 

Gentile signora Francesca,

innanzitutto la ringraziamo per essersi rivolta all’Associazione dei Fisici Medici, comprendiamo il suo stato di preoccupazione ma ci sentiamo nella condizione di tranquillizzarla, fornendole alcune informazioni generali.
Qualsiasi procedura medica che comporti l’esposizione del paziente a radiazioni ionizzanti richiede l’applicazione dei principi fondamentali della radioprotezione, come buona pratica medica ma anche secondo preciso obbligo che la legge italiana (D.Lgs. 101/20) impone agli operatori.
Il primo principio da applicare è la “Giustificazione”, che significa certezza che l’esecuzione dell’esame porti un beneficio netto e dimostrabile per il paziente. Prima dell’esecuzione dell’esame CT cui è stato sottoposto suo figlio, due specialisti (il medico prescrivente e il medico radiologo) hanno considerato il rischio in relazione al beneficio diagnostico derivante dall’esecuzione dell’esame: la riluttanza che le è sembrato di rilevare nel personale del servizio di radiologia, che ha deciso infine di procedere con l’esecuzione dell’indagine, va interpretata come una conferma che il processo di giustificazione è stato messo regolarmente in atto.
 
In merito all'esame CT encefalo possiamo affermare che è un’indagine che viene comunemente eseguita anche in ambito pediatrico, adeguata a rispondere a molti quesiti diagnostici diversi, anche relativi a gravi patologie che richiedono interventi terapeutici tempestivi. Pur senza conoscere tutti i dettagli tecnici di esecuzione dell'esame, i valori degli indici di dose da lei riportati indicano che l'esame è stato effettuato tenendo conto del secondo principio della radioprotezione che è quello dell'Ottimizzazione dell'esame; tali valori confermano l'attenzione che gli specialisti coinvolti hanno prestato al suo caso.
 
La sua convinzione che il bambino abbia subito “molte radiazioni” non è corretta, cerchiamo di spiegarle come può avere un’idea del reale livello di esposizione.
Tutti noi siamo soggetti, ogni giorno della nostra vita, a radiazioni naturali provenienti dal suolo, dai materiali da costruzione, dal cosmo e perfino dal nostro stesso corpo e le esposizioni dovute all’indagine radiologica effettuata dal suo bambino si può considerare come equivalente a meno di un anno di esposizione a questo fondo naturale. Tale corrispondenza è indicata in pubblicazioni autorevoli come, ad esempio, il volume “Communicating Radiation Risk in Paediatric Imaging” pubblicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO).
Non esistono evidenze scientifiche conclusive che l’esposizione dovuta ad esami radiologici causi l’insorgenza di patologie, effetto che è invece ben noto e studiato per esposizioni a dosi molto più elevate; i principi di radioprotezione si basano sull’ipotesi cautelativa che il rischio non abbia una soglia, proprio per garantire piena sicurezza nell’utilizzo delle radiazioni in medicina.
Con questa ipotesi si può considerare che anche esposizioni estremamente contenute possano comportare un incremento di rischio di insorgenza di patologie nei pazienti esposti, ma questo rischio va confrontato con il rischio naturalmente esistente per ogni individuo della popolazione e nel caso delle indagini diagnostiche, comprese le CT pediatriche, questo incremento è così piccolo da non avere significato per il singolo paziente.
In conclusione, lei non ha motivo di preoccupazioni per la futura salute di suo figlio, né dovrebbe nutrire sensi di colpa, al contrario si è giustamente rivolta a medici specialisti per interpretare sintomi allarmanti.
Le raccomandiamo, per ulteriori dubbi e perplessità, di non fare ricerche su web o almeno di consultare pagine pubblicate da associazioni di comprovata scientificità.
Sperando di essere stati d’aiuto, la salutiamo cordialmente e la invitiamo a contattarci nuovamente per qualsiasi esigenza, approfondimento, chiarimento.
 
Pubblicato : 24 Maggio 2021 14:49
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