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5G e danni da radiazioni

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(@admin)
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Buongiorno, ho letto i vostri articoli sul tema 5G e vi ringrazio, mi avete fatto capire diversi concetti che facevo fatica a comprendere, data la mia formazione non scientifica.
Mi sembra che la vostra posizione sia quella di tranquillizzare perché fino ad oggi non ci sono evidenze della pericolosità, così mi sembra di capire. Ma allora, mi chiedo (e vi chiedo), perché persone di spicco, che occupano posizioni di responsabilità vietano il 5G? Mi riferisco a Céline Fermault, ministro dell'ambiente della regione di Bruxelles, che ha sospeso l'installazione della rete 5G fino a quando non sarà sicura che vengano rispettati gli standard di sicurezza, sottolineando che i cittadini di Brixelles non sono cavie?
Un conto è l'azione da parte di un comitato di quartiere, al più un sindaco come quello di Scanzano Jonico, ma quando si muove un personaggio come la Fermault mi viene da chiedermi se davvero siamo al sicuro. Ci saranno pure dei protocolli di misura, degli strumenti adatti, che mi possano dire se gli standard di sicurezza sono rispettati o no; mi sbaglio?
Spero di ricevere qualche chiarimento, vi ringrazio.

Sarina G.

 
Pubblicato : 11 Dicembre 2019 16:42
(@Anonimo)
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>tranquillizzare perché fino ad oggi non ci sono evidenze della pericolosità

Non esattamente. Ci sono evidenze della non pericolosità, per questo un cittadino può stare tranquillo. Ma noi non stiamo tranquilli. Noi chiediamo, ci informiamo verifichiamo e comunichiamo e poi cerchiamo di spiegare.

Il 5G è (relativamente) nuovo come tecnologia, ma l'agente potenzialmente letale (radiazioni non ionizzanti) lo conosciamo bene. Sappiamo bene quando non fa male (sotto i limiti previsti da ICNIRP ( http://www.umbertotirelli.it/veronesi.htm ) che l'Italia ha recepito cautelativamente su tutto lo spettro delle microonde con il valore inferiore di 6 V/m.

Sopra questi livelli potremmo voler approfondire cosa succede, e in quei casi lì possiamo dire che "non ci sono evidenze della pericolosità", ma sotto direi che non ci sono più sorprese (frase che tendo a dire sempre con una certa prudenza, perché in campo scientifico bisogna sempre lasciare una porticina aperta).

>Mi riferisco a Céline Fermault

Certo, è importante non generalizzare. Parliamo dei casi specifici. La dichiarazione opportunamente travisata è invece ben spiegata qui  https://www.idcite.com/Non-Bruxelles-n-a-pas-interdit-la-5G-pour-des-raisons-de-sante_a43378.html  

Rapidamente: Non, Bruxelles n’a pas interdit la 5G pour des raisons de santé (io non conosco il francese, ma mi pare che la traduzione non abbia bisogno di particolari conoscenze)

Il ministro ha messo insieme capra e cavoli, rilasciando una dichiarazione interpretabile, ma di fatto quello che ha detto è che "non accetta una tecnologia non sicura" che è un po' come dire che "non tollera omicidi", una frase di una banalità sconcertante la cui necessità di essere pronunciata è solo politica.

In pratica la tecnologia 5G sarà messa in uso solo quando si sarà certi che i limiti previsti per legge sono rispettati. E' ovvio, diversamente sarebbe... illegale. Quale ministro potrebbe dire "anche se è illegale è lo stesso"?

>Ci saranno pure dei protocolli di misura

Questo è il motivo per cui l'adozione di questa tecnologia sta tardando. Il campo è fortemente collimato nel tempo e nello spazio solo dove serve. Tecnicamente è evidente che ridurrebbe (considerando solo questo aspetto) l'esposizione di molto, ma non lo sappiamo da ora, soprattutto se ci immaginiamo un futuro dove gli utenti sono le cose, l'internet delle cose. Per essere sicuri ci serve un protocollo e strumenti per garantire il rispetto dei limiti di campo di cui sopra e con un campo così fortemente variabile non è facile. Per quello che so, la risposta è allo studio, ma forse non ho le ultime notizie e già ora hanno definito protocolli e strumenti. 

Restiamo sintonizzati per capire quando possiamo partire! 

 
Pubblicato : 11 Dicembre 2019 18:09
(@Anonimo)
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In effetti le dichiarazioni dei politici vengono spesso distorte e loro stessi sono in qualche modo costretti a "esternare" senza essere informati.

In ogni caso, anche in Belgio la questione è dibattuta come da noi, ma anche da loro ci sono persone e organizzazioni che ne discutono con tranquillità e competenza.

In questo documento 

https://www.health.belgium.be/fr/brochure-champs-electromagnetiques-fr

del 2015 si trova (in francese, olandese o tedesco) una discussione sul confronto fra diverse tecnologie, recependo anche le preoccupazioni sugli effetti cronici, ma si trova anche che nella regione di Bruxelles si applicano i limiti ICNIRP.

Alle radiofrequenze del 5G, ricordiamo che il valore di riferimento ICNIRP è 10 volte l'obbiettivo di qualità per la popolazione applicabile in Italia.

Abbiamo già discusso del possibile impatto del 5G sulla normativa italiana 

https://fisicamedica.it/blog/reti-5g-parliamone-ma-parliamone-bene

Confermo che già oggi praticamente tutti i servizi dedicati delle varie ARPA, e anche alcuni di noi, sono in grado di misurare senza difficoltà le "emissioni del 5G" e fare il confronto con i limiti.

Quello che manca sono le antenne, che sono in via di installazione in molte località, ma ancora prive di un adeguato numero di utenti in grado di generare un traffico significativo. In questo senso, e solo in questo senso siamo nella fase sperimentale.

Altro problema, trattato nel post sopra citato, è quello della previsione del livello di campo dovuto alle future installazioni.

Su questo gli enti preposti sono al lavoro con le difficoltà sopra richiamate

 

 
Pubblicato : 22 Dicembre 2019 11:25
(@Anonimo)
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Chiedo scusa a tutti, per la precisione, anche nella regione di Bruxelles, c'è un'ordinanza che impone i 6 V/m.

Il ragionamento non cambia.

 

 
Pubblicato : 22 Dicembre 2019 11:44
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