Scorie radioattive in Italia

Tutti i paesi che hanno utilizzato o utilizzano l’energia nucleare sono in possesso di scorie radioattive e anche l’Italia ha ad oggi circa 55.000 m3 di cui circa 44.000 a bassa e media radioattività e circa 10.000 ad alta radioattività  che per la maggior parte derivano dallo smantellamento delle centrali nucleari in Italia.

Inoltre ogni anno vengono prodotti circa 500 m di scorie nucleari per anno derivanti dai settori medico, ricerca e industria.

Si fa notare come la stragrande quantità dei rifiuti derivanti dall’impiego medico hanno tempi di dimezzamento bassi per cui bastano pochi mesi o al massimo qualche anno per decadere allo stato stabile e non essere più radioattivi.

Gestione dei rifiuti radioattivi

Per quanto riguarda i rifiuti prodotti dallo smantellamento delle centrali si possono gestire tali rifiuti in due modi differenti:

a) tenere le scorie radioattive nel luogo dove si sono prodotte in depositi temporanei superficiali;

b) costruire un deposito scorie nucleari in un sito nazionale definitivo.

Ad oggi solo la Finlandia ha quasi terminato di costruire il deposito nazionale scorie nucleari definitivo (progetto Onkalo) che è ritenuta  la soluzione più sicura. Infatti il sottosuolo granitico finlandese, solido, stabile, lontano da faglie e vulcani, è ritenuto il luogo ideale per il deposito del materiale radioattivo.

In questi anni molti articoli giornalistici hanno allarmato la pubblica opinione sulla possibilità che rifiuti nucleari possano essere stati seppelliti in mare, nelle discariche dei rifiuti urbani etc.

Spesso si è parlato (se ne interessata anche la magistratura) del possibile naufragio doloso di navi nel mediterraneo con a bordo rifiuti nucleari.

Bisogna precisare che a differenza dei rifiuti industriali, le scorie radioattive  che contengono radionuclidi ad alta attività non possono essere trasportati nei comuni bidoni di zinco o lamiera come quelli usati per il trasporto dell’olio combustibile, nafta etc ma devono essere inseriti in specifici contenitori aventi adeguati spessori di acciaio e cemento capaci di schermare le radiazioni che altrimenti colpirebbero sia coloro che li confezionano che quelli che li trasportano, e quindi  tali contenitori  avrebbero ciascuno  un peso rilevante pari a decine di quintali se non di più.

Pertanto è assolutamente improbabile che rifiuti nucleari si possano trovare nelle comuni discariche o buttati in mare mentre diverso, ma non ci addentriamo nel problema, sarebbe per quanto riguarda i rifiuti industriali.

 

A cura di Giuseppe Scalzo e Giancarlo Gialanella.